Il 16 maggio si celebra la Giornata Mondiale della celiachia, una infiammazione cronica dell’intestino tenue che viene, di norma, scatenata nei soggetti predisposti geneticamente dall’ingestione di glutine.
Oggi in Italia i celiaci sono circa 206.500 (dato rilevato a fine 2017), di cui più di 35.000 in Lombardia: un numero elevato che però potrebbe aumentare se si includono coloro a rischio di diventarlo, come per esempio le persone che hanno avuto risultati incerti dai test di screening o che hanno familiari con questa malattia.
La celiachia colpisce circa l’1% della popolazione mondiale e, nonostante la cresciuta consapevolezza e precisione dei test diagnostici, ancora il 70 % delle diagnosi sfugge: in Italia soltanto il 30% dei celiaci stimati è diagnosticato. Le donne celiache (145.759 nel 2017) sono oltre il doppio degli uomini (60.802).
Un fenomeno purtroppo in crescita dato che si stima che nel 2050, quando la Terra sarà abitata da 9 miliardi di persone, circa 90.000.000 di persone dovranno nutrirsi senza glutine; un problema importante che richiede attenzione particolare. Tanto che l’Associazione Italiana Celiachia Onlus, che da oltre 35 anni si impegna a cambiare in meglio la vita delle persone celiache e dei loro famigliari, prende spunto dalla riflessione globale sull’alimentazione per discutere il tema della celiachia. Il primo passo è la conoscenza: dei sintomi ma anche delle possibilità cliniche per appurare se se ne soffre oppure no.
Il test per determinare la celiachia si effettua con un semplice prelievo di sangue e si basa sulla ricerca di alterazioni del DNA in uno specifico tratto della sua elica (l’aplotipo HLA). Questa variazione provoca la presenza sulla membrana delle cellule del sistema immunitario di due molecole, denominate DQ2 e DQ8, che sono associate alla malattia celiaca.
Ogni anno sul sito ufficiale, si può partecipare agli eventi della settimana della Celiachia cliccando sulla pagina di riferimento.
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