Parole d'ordine, entrate segrete, entrate secondarie, il fascino del proibizionismo torna ai giorni nostri.
Lo “speakeasy”, letteralmente parlare sottovoce o piano, è una tipologia di locale che affonda le sue origini nei lontani anni del Proibizionismo americano. Luoghi fuorilegge e per questo mimetizzati nei quartieri e nelle vie più nascoste delle città. Spesso si trattava di “basement”, locali posizionati a livello seminterrato che si raggiungevano scendendo qualche scalino rispetto al fronte strada, con volte in mattoni e ambientazioni essenziali. Vi si consumavano alcolici che, a quell’epoca, erano proibiti come oggi sono le sostanze stupefacenti. E siccome non dovevano dare nell’occhio anche l’atmosfera era ovattata. Era importante infatti tenere il “volume” molto basso per non destare troppa attenzione.
Anche per questo era meglio tenere anche nelle conversazioni un tono tranquillo, “speakeasy” appunto. Poi, quando nel 1933 il Proibizionismo finì, tutto ritornò in superficie, alla luce del sole, e gli speakeasy sparirono. Fino ai giorni nostri. La formula, infatti, sta vivendo una nuova stagione e fioriscono “locali segreti” in tutto il mondo, Italia compresa, il nascosto, il segreto ha un certo fascino, e c'è chi addirittura a New York nasconde sotto un negozio di tatuaggi un forno di Capcakes alcolici. Una rinascita merito spesso di appassionati bartender che hanno intrapreso un percorso professionale alla riscoperta della mixability dei primi del Novecento.
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